Dall’introduzione del libro “Memorie paullesi” di Renato Castelli con fotografie mie.
“Anche un libro ha una sua storia e quella di questo che avete fra le mani, cominciò circa due anni fa. Fui contattato da un amico del direttivo ANPI Paullo che mi chiese di parlare con Danilo Bazzani, amico comune, perché aveva un’idea da sottopormi. Lo chiamai e lui mi disse che, insieme al Sindaco di Paullo, Federico Lorenzini, e in qualità di membri del Circolo Fotografico Paullese, volevano proporre alla locale sezione ANPI di realizzare un libro dedicato agli anziani di Paullo e alle loro storie, corredato dai rispettivi ritratti fotografici. Accettai di buon grado: proprio in quel periodo, come ANPI Paullo, avevamo affrontato il discorso relativo alla possibilità di raccogliere testimonianze di persone che avevano vissuto la guerra. Ci interessava la storia della resistenza, ma anche la vita quotidiana delle persone nel periodo antecedente e immediatamente successivo al conflitto, per cui quell’idea ci sembrò calzare a pennello. La nostra scelta cadde su persone nate entro l’anno 1935”.
Renato Castelli
Qui alcune delle mie fotografie.
Ho incontrato centinaia di donne e uomini, alcuni paullesi nati da generazioni, altri recentemente radicati, di tutte le età, di ogni provenienza, quelli noti e quelli anonimi che di solito non vengono consultati e le cui parole definiscono una geografia a misura d’uomo che va oltre i confini della città.
In collaborazione con l’Amministrazione Comunale della Città di Paullo e il Circolo Fotografico Paullese, ho ritratto i paullesi di oggi per produrre una installazione sull’identità. In un momento di globalizzazione ma tentati dall’isolamento, abbiamo chiesto a ciascuno di loro chi è il paullese oggi? In un confronto faccia a faccia, ci si rende conto che negli occhi dell’altro, non importa quanto diverso, si può andare alla ricerca della propria identità.
Abbiamo scoperto che Paullo è ricca di cittadini inaspettati: falegnami e artigiani scultori o pittori, pensionati che scrivono, studenti, impiegati, professionisti che recitano, cantano e suonano, operai che vestiti da clown regalano un sorriso…
Qui una ventina di loro.
Conterico – Cùntereg in originale – è diviso fra Conterico Sotto e Conterico Sopra, in quanto spaccato a metà dal Canale Muzza. Interamente circondata da campi agricoli ha origini celtiche.
È la patria natia del sacerdote capuccino Padre Rinaldo da Paullo, al secolo Francesco Panigada, ucciso durante il massacro di Alto Alegre in Brasile all’inizio del XX secolo.
Un progetto fotografico CHIPS.
Lo Schloss Prielau è un ex capanno da caccia del Principe Vescovo di Salisburgo e del Vescovo di Chiemsee nel comune di Maishofen, nel distretto di Zell am See, che risale al 1425. Utilizzato dai Vescovi fino all’inizio del XIX secolo fu poi secolarizzato e venduto. Passato di mano in mano nel 1987 diventa un hotel super lusso per opera della famiglia Porsche!
Schloss Fischhorn è un castello a Bruck sulla Großglocknerstraße a Pinzgau. Si trova su una collina al confine con Zell am See e domina la valle di Salzach e l’Oberpinzgau in direzione ovest. Il castello è di proprietà privata e non è accessibile al pubblico.
Un primo edificio fortificato fu probabilmente costruito intorno al 1200 e il castello apparteneva probabilmente ai signori di Goldegg, un’antica famiglia nobile di Salisburgo di Goldegg a Pongau. Successivamente il castello serviva sia come residenza per i vescovi sia come alloggio della tutela dei possedimenti Pinzgau della diocesi di Chiemsee. Rivolte, saccheggi, incendi, vendite varie, sequestri durante la guerra rendono la storia del Schloss Fischhorn degna di un romanzo. Dal 7 al 9 maggio 1945 Göring visse con Emmy e la figlia Edda nel castello prima di essere trasferito a Kitzbühel.
Delle forme neogotiche che lo rendevano unico, oggi rimane ben poco. Dal 2000 è stato restaurato da un privato e viene utilizzato per eventi culturali e mondani.
Schloss Ritzen (precedentemente noto come Grub) è uno dei castelli nel comune di Saalfelden nel salisburghese. A partire da un complesso del primo medioevo, la struttura dell’edificio cambiò costantemente nel corso dei secoli, continuamente demolito e ricostruito. Nel 1892 un incendio distrusse gran parte della proprietà e solo quando il castello Ritzen è diventato di proprietà pubblica a metà del XX secolo, è stato possibile prevenirne l’abbandono.
Dal 1968, l’edificio ospita il noto Heimatmuseum di Saalfeldner con una mostra di presepi molto preziosa e ampiamente conosciuta.
La costruzione del castello Kaprun risale quasi certamente al XII secolo. Fu costruito proprio per le ragioni per cui allora si costruivano i castelli: come rifugio, come fortezza, come residenza di famiglie nobili e come status symbol. Fini tra le proprietà dell’Arcivescovo di Salisburgo e nella prima metà del XX secolo era completamente abbandonato.
Per fermarne la decadenza gli imprenditori Kaprun unirono le forze nel 1984 e con determinazione restaurarono il castello: oggi è ancora un palazzo signorile e riporta gli spettatori e i visitatori ai tempi passati.
Schloss Lichtenberg (un tempo Pfleggericht), è un castello arroccato su uno sperone roccioso del Steinernes Meer a circa 60 metri sopra Saalfelden, un comune del salisburghese.
La data esatta della costruzione del castello è sconosciuta ma probabilmente è della prima metà del XIII secolo e per secoli è stato rivendicato dal Vescovo di Chiemsee e dall’Arcivescovo di Salisburgo che alla fine ha avuto la meglio. Nel 1526, il castello fu distrutto dalla rivolta contadina, ma poi fu ricostruito dalla corte di Saalfelden e fu aggiunta anche la possente torre circolare del lato sud-ovest. Negli anni successivi, il quartier generale della guarnigione militare si trasferì in città e il castello cadde in rovina.
Nel 1791 fu emesso un ordine per iniziare senza indugio la ristrutturazione dell’edificio ma non se ne fece niente: era difficile trovare lavoratori senza vertigini e in grado di coprire i tetti!
Acquistato alla fine del XIX secolo dalla nobile famiglia Weiß von Teßbach, che ancora oggi possiede l’intera area, non vengono fornite opportunità di visite turistiche o accesso pubblico. Il castello è in evidente stato di abbandono.
La fortezza di Hohenwerfen è un castello che sorge sulle montagne a 40 km a sud di Salisburgo, in Austria. La fortezza è circondata dalle Alpi di Berchtesgaden e dai monti di Tennen; ed è la “sorella” dell’Hohensalzburg dominante proprio la città di Salisburgo ed entrambe risalgono all’XI secolo.
La fortezza venne costruita tra il 1075 ed il 1078 durante il periodo della lotta per le investiture, per ordine del principe-arcivescovo di Salisburgo, come un punto di controllo strategico posto su un promontorio naturale di 155 m sulla valle del Salzach.
Attualmente il castello è un museo aperto al pubblico.
Schloss Goldegg si trova su un promontorio sulla sponda settentrionale del lago Goldegg nel comune omonimo del Pongau nel Salisburghese.
La costruzione del castello attuale iniziò nel 1323 e serviva da fortificazione per la protezione della strada di collegamento tra Pongau e Pinzgau. Tantissimi e diversissimi gli usi nel corso dei secoli.
Il palazzo di Schönbrunn (Schloss Schönbrunn in tedesco), famosa reggia imperiale di Vienna, è stata la sede della casa imperiale d’Asburgo dal 1730 al 1918. Una volta si trovava in campagna, ma ormai è stato inglobato dalla città. Oltre alla bellezza dei luoghi, il complesso del palazzo è noto per ospitare il Tiergarten Schönbrunn, uno degli zoo più antichi al mondo.
Oggi Sciesopoli è un luogo della memoria abbandonata.
La Brigata ebraica, che faceva parte dell’esercito inglese, aveva setacciato l’Europa dell’Est devastata per raccogliere e portare in Italia i bambini sopravvissuti alla Shoah. Bisognava curarli, farli mangiare, insegnargli una lingua comune, l’ebraico. Racconta lo storico milanese Marco Cavallarin: “La comunità ebraica di Milano, i pochi che erano rimasti, chiese un posto per raggrupparli. Ferruccio Parri, con il prefetto Lombardi, e il sindaco Greppi, decise che c’era la colonia fascista di Sciesopoli, intitolata al patriota Amatore Sciesa”, la colonia più bella d’Europa, secondo la propaganda fascista. Piscina riscaldata, 17mila metri quadri di parco, sala cinema, dormitori con i lettini bianchi, tutti in fila. Era rimasta vuota, “mandiamoli lì”. Così il gioiello del regime era diventato il rifugio delle sue vittime, uno scherzo del destino. La colonia venne affidata alla Brigata ebraica, che riciclò la struttura e ci mise i suoi, di bambini.
Il Comune di Selvino, duemila abitanti, sta facendo una battaglia per salvarlo assieme a Cavallarin e ad alcuni di quei bambini. Tutti rimpatriati nel ’48 nell’unica patria che poteva accoglierli: Israele. Nei kibbutz si sono sposati, hanno avuto figli e poi nipoti e ogni tanto – l’ultima volta nel 2015 – alcuni di loro sono risaliti per questa strada a tornanti, sono arrivati al cancello, l’hanno aperto e si sono messi a ridere e ad abbracciarsi, ricordando che qui è cominciata una vita nuova.
Negli anni successivi, la colonia è stata usata dal Comune di Milano per altri bambini sfortunati, poi nel ’90 è finita all’asta e nelle mani di un’immobiliare che ci voleva fare un albergo. Progetto fallito, tutto è finito ai rovi. Nel campo di calcio sono cresciuti gli alberi, la piscina è interrata. Dentro, rottami e vetri rotti, “hanno rubato tutto, lavandini e termosifoni, ma è ancora un posto meraviglioso”, dice Aurora Cantini, poetessa che vive su questo altopiano.
Colonia “Sciesopoli”, anche Pio Istituto di Santa Corona, anche Istituto Climatico Permanente
Selvino (BG)
Coordinate 45.79131, 9.7544
Schloss Moosham (Unterberg, Lungau, Salisburghese, Austria) fu documentato per la prima volta in un atto del 1191. Fu sequestrato dal principe-arcivescovo di Salisburgo intorno al 1285 e dal XIV secolo in poi fu la residenza di un burgravio episcopale. Nel 1520 divenne sede amministrativa della regione del Lungau e fu il centro amministrativo durante la caccia alle streghe tra il 1675 e il 1690. il principe-arcivescovo di Salisburgo sciolse il baliaggio di Moosham nel 1790, dopodiché il castello decadde. Oggi è una resistenza privata.
Burg Mautendorf (Muttendorf, Lungau, Salisburghese, Austria) fu probabilmente costruito sul sito di un vecchio forte romano che proteggeva la strada romana da Teurnia (in Carinzia vicino Spittal an der Drau) a Iuvavum (l’odierna Salisburgo). Il forte originale fu distrutto durante le invasioni barbariche.
Il castello è stato finanziato e supportato da un sistema di raccolta dei pedaggi (maut) per la strada vicina fin dall’XI secolo. Nel XIII secolo fu eretta la fortezza tenuta dal principe-arcivescovo di Salisburgo. Il sistema di pedaggio sulla strada del Radtsädter Tauern Pass sostenne il castello e il villaggio fino al 1803, quando la collezione di pedaggi fu abbandonata durante le guerre napoleoniche. Oggi è sede di un museo.
Burg Finstergrun (Ramingstein, Lungau, Salisburghese, Austria) oggi è costituito da due castelli. Il vecchio castello è conservato solo come una rovina. La sua origine si crede nel XII secolo e fu costruito come fortezza collinare e fortificazione di confine in un punto strategicamente importante. Attaccato al vecchio castello c’è il nuovo, che fu completato nei primi anni del 900. Tuttavia, assomiglia molto ad un castello storico, poiché è stato costruito nello stile del XIII secolo ed entrambe le parti si uniscono per formare un insieme armonioso. Oggi è sede di un ostello.
P-Lomo Ispirazioni analogiche: una serie di dittici da pellicola istantanea, lungo il canale Muzza a Conterico.